La comunione dei beni nella separazione e nel divorzio

La comunione dei beni nella separazione e nel divorzio.

Al momento del matrimonio, gli sposi sono chiamati a determinare il regime patrimoniale da adottare.

Sulla base di quanto sancito dall’art. 159 c.c. si ritiene che il regime patrimoniale legale della famiglia, salvo che sia diversamente previsto, è da individuarsi nel regime della comunione dei beni.

Questa previsione trova il suo fondamento in un contesto socio-culturale ormai lontano, tenuto conto dell’attuale prevalenza per la determinazione da parte degli sposi del regime patrimoniale della separazione dei beni.

 

ATTENZIONE: il regime patrimoniale può essere modificato (sulla base di un comune accordo dei coniugi) in ogni momento nel corso della vita matrimoniale.

Quali sono le caratteristiche della comunione dei beni?

La comunione dei beni è il regime patrimoniale tradizionale.

Sulla base di ciò, è previsto che – salvo eccezioni – gli acquisti compiuti dai coniugi durante il matrimonio ricadano nel patrimonio comune e, quindi, siano di proprietà eguale tra i coniugi.

Ovviamente, per specifici beni i coniugi possono prevedere un’esclusione dal regime tradizionale.

Questo è possibile con una specifica previsione nell’atto di acquisto, alla cui stipula devono partecipare entrambi i coniugi.

L’art. 179 c.c. prescrive l’elenco dei beni personali che rimangono esclusi dalla comunione e tra cui si possono individuare i beni:

  • di cui il coniuge era già proprietario / titolare di diritto reale di godimento prima del matrimonio;
  • pervenuti per successione / donazione anche dopo il matrimonio;
  • strettamente personali (es, vestiti, gioielli, ecc.);
  • per lo svolgimento dell’attività professionale.

In taluni casi, i beni cadono nel patrimonio coniugale solo al momento del suo scioglimento.

Quali sono le caratteristiche della separazione dei beni?

La separazione dei beni garantisce l’esclusiva titolarità (tanto sui beni quanto sugli acquisti successivi) al coniuge, senza che l’altro coniuge possa intromettersi nella gestione o avere pretese su tali beni.

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